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SERVIZIO

 

DSA DISTURBI SPECIFICI di APPRENDIMENTO

Dislessia/disortografia-disgrafia/discalculia

 

Come sappiamo, la dislessia, la disortografia/disgrafia e la discalculia sono delle difficoltà relative all’acquisizione di determinate fasi di lettura, scrittura e calcolo.

Per quanto riguarda la dislessia quando il bambino legge, spesso lo fa in modo sillabico, lento e scorretto. Questo tipo di intonazione e di approccio con un testo sono la conseguenza delle difficoltà che possono derivare della memoria fonologica o memoria lessicale, ciò che ne consegue è che specifiche parole-chiave non vengono memorizzate con semplicità. Essendo però bambini con una intelligenza piuttosto sviluppata, pur comprendendone in certi casi il contenuto, mostrano difficoltà a mantenere determinate parole-chiave nella memoria a breve termine. Sono però proprio queste ultime espressioni-chiave che gli occorrono per agganciarsi al contenuto del testo in modo da poterlo ripetere. Quando nella dislessia non vi è un buon metodo di studio, quello che può succedere è che durante la ripetizione si rischia di fare giri pindarici di termini, senza centrare il punto o senza seguire un discorso consequenziale. In casi di ansia e preoccupazione, addirittura ci si blocca completamente. Molti si domanderanno: “ma come farà ad imparare a leggere se non si allena?”, rispondendo in modo breve, ricordiamo che, pur essendo la lettura lo strumento cardine per l’acquisizione dei contenuti, essa non è l’unica via per l’apprendimento del significato di un testo. L’obiettivo relativo al miglioramento della lettura si può provare a raggiungere tramite diverse attività di potenziamento. Attività che è sempre bene provare per rendere più autonomi e migliorare le loro prassi, ma è anche bene tenere presente che l’obiettivo finale non è saper leggere speditamente, ma comunque al di là della velocità di lettura, acquisirne i contenuti scolastici. Quello che propongo per ogni caso è un metodo soggettivo con cui far apprendere il contenuto di un testo dai diversi gradi di difficoltà e dai diversi generi letterari, in modo alternativo, ma altrettanto efficace.

 

Informazioni generali

I DSA si manifestano in bambini con adeguate capacità cognitive, uditive, visive e compaiono con l’inizio dell’insegnamento scolastico.

Bisogna distinguere la dislessia e gli altri DSA, che ostacolano l’acquisizione di abilità strumentali, dalle difficoltà scolastiche che riguardano le difficoltà e le fatiche di imparare e che rientrano nei processi di apprendimento. Il comportamento del bambino dislessico assomiglia a quello del bambino svogliato, pigro, capriccioso, riluttante all’impegno.

Molto spesso non è stata riconosciuta la diagnosi o viene riconosciuta molto tardivamente.

La dislessia riguarda circa il 4% della popolazione italiana.

 

Strategie utilizzate

  • Scrivere e permettere all’alunno di tracciare la sua grafia in stampato maiuscolo.

  • Utilizzo di strumenti compensativi alle specifiche difficoltà a norma di legge.

  • Uso del computer con il correttore automatico, nello svolgimento dei compiti a casa.

  • Prove di registrazione delle lezioni con le apparecchiature elettroniche, anche tra le più semplici e di facile reperibilità sul mercato.         

  • Spiegazioni e visualizzazioni degli argomenti trattati con mappe concettuali, schemi chiaramente disegnati e illustrazioni sintetiche.

  • Selezione degli esercizi e del materiale di studio da utilizzare a casa.

  • Predisposizione e insegnamento ad utilizzare il materiale audio per ogni singola disciplina.

  • Utilizzo di tabelle, mappe, schemi e grafici telematici.

  • Organizzazioni di conversazioni libere.

 

Sintomi più comuni

  • Difficoltà nella memorizzazione dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno in ordine sequenziale.

  • Vuoti di memoria per date di nascita, stagioni o appuntamenti quotidiani.                                      

  • Confusione nella distinzione della destra dalla sinistra.

  • Scarso senso della condizione temporale.

  • Difficoltà motorie fini (allacciarsi le scarpe o i bottoni, chiudere la cerniera lampo).

  • Incertezze attentive e di concentrazione.

  • Presenza di eccessiva vivacità.

  • Problemi di memoria a breve termine.

  • Lettura molto lenta, scoordinata e piuttosto ansimante.

  • Comprensione ridotta del contenuto del testo che si è letto.

  • Difficoltà nel copiare dalla lavagna: salto di righe, parole, presenza di errori ortografici.

  • Sostituzioni di lettere graficamente simili.

  • Impedimento a memorizzare tecnicismi specifici di alcune discipline.

  • Ristrettezza nell’espressione verbale del pensiero.

  • Opposizione nell’apprendere lingue straniere, in particolare, la loro scrittura.

 

Problematiche emotive

Frustrazione

E’ determinata dall’incapacità di soddisfare le aspettative di genitori e insegnanti. Nessuno sa quanto duramente loro si impegnino tutti i giorni anche per il semplice svolgimento delle mansioni domestiche.

 

Ansia

Spesso la costante frustrazione e confusione a scuola li rende molto ansiosi. L’ansia è esacerbata dal senso di inadeguatezza che caratterizza la loro esperienza scolastica. Questo stato d’animo fa sì che evitino tutto ciò che li spaventa e spesso insegnanti e genitori interpretano tale atteggiamento come segno di pigrizia o mancanza del senso del dovere.

 

Rabbia

La frustrazione può provocare rabbia, che può essere a sua volta rivolta contro l’istituzione scolastica, gli insegnanti e i familiari in genere. Spesso il tutoraggio da parte dei coetanei o dei ragazzi poco più grandi può rivelarsi uno strumento efficace di intervento e di aiuto.

 

Immagine di sé

Durante i primi anni di scuola ogni bambino deve risolvere        i conflitti tra un’immagine di sé positiva e     i sentimenti di inferiorità, provocati dalle difficoltà nell’apprendimento. I bambini dislessici concretizzano l’idea di essere inferiori agli altri e che i loro sforzi facciano poca differenza. Per questa ragione spesso si sentono inadeguati e incompetenti.

 

Depressione

Sono ad alto rischio e molto soggetti nel provare intensi sentimenti di dolore e sofferenza. Forse a causa della loro bassa autostima, i DSA temono di sfogare la loro rabbia verso l’esterno e quindi la rivolgono poi verso se stessi. Lo studente depresso può diventare più attivo e comportarsi male per mascherare i sentimenti di dolore.

 

Lavoro pratico

Elaborazione del PEP (Piano Educativo Personalizzato) che diversifica le metodologie, i tempi e gli strumenti nell’attuazione del programma scolastico comune alla classe, sulla base delle indicazioni riportate nelle seguenti normative:

 

  • Legge Nazionale n° 170 del 08 Ottobre 2010        

  • Legge Moratti 28 marzo 2003

  • C.M. n.4099 del 05 ottobre 2004

  • C.M. n.4674 del 10 maggio 2007

  • Art.10 Dpr 122 giugno 2009

  • Circolare MIUR 28 maggio 2009.

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