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PROGETTO

COMPETENZE e DIMENSIONI del MENTORE:

AREA 1)

EFFICACIA di SE’:

Quest’area raggruppa le competenze relative alla consapevolezza e alla gestione delle caratteristiche personali che il mentore deve saper governare ed esprimere per svolgere al meglio la sua funzione. Tali competenze prescindono dalla tipologia del problema del beneficiario cui la funzione di mentoring è rivolta e il livello scolastico in cui viene svolta.

 

Consapevolezza emotiva

Comprendere, avere la consapevolezza delle proprie emozioni e degli effetti che provocano su di sé e sugli altri, capirne la portata per gestirle, per conservare l’attenzione sull’obiettivo di sostenere l’altro.

Tale competenza è molto importante in quanto ha a che fare con la gestione dell’emotività da parte del mentore, fondamentale quando ci si rapporta a particolari target group che si trovano in un momento difficile della loro vita. La consapevolezza emotiva permette ai docenti di valutare e gestire le proprie emozioni, in modo da rimanere saldi, non farsi sopraffare e non perdere di vista l’obiettivo finale, sostenendo in modo continuativo la controparte.

 

Fiducia in se stessi

Consiste nella capacità di superare le difficoltà nella consapevolezza della propria funzione, dei limiti propri e altrui, del contesto e della rete, sapendo che non sempre è possibile ottenere risultati soddisfacenti.

Questa competenza permette di affrontare i disagi senza perdere fiducia in se stesso e nella propria funzione, con la consapevolezza che esistono dei limiti propri, del contesto, della rete e che i risultati non sempre si possono raggiungere in breve tempo. La fiducia in sé è la competenza cardine, in quanto esprime la consapevolezza del mentore della propria ‘forza d’animo’ e gli consente di gestire al meglio le altre competenze. Il confronto fra i comportamenti operati ha messo in evidenza come la fiducia in se stessi e nella propria funzione spingano chiunque ad agire, anche nelle situazioni sconosciute e critiche, in modo autonomo, con costanza, pazienza e propositività, lasciando comunque un’impressione positiva. Lotta contro pregiudizi e ignoranza per sostenere gli adolescenti e far in modo che superino la vergogna e riescano a uscire dal silenzio.

 

Autocontrollo

Riguarda la capacità di mantenere sotto controllo le proprie emozioni e di limitare le azioni negative se provocati, di fronte al dissenso o all’ostilità altrui, anche in condizioni di stress. Comporta inoltre la capacità di mantenere una certa resistenza se sottoposti a uno stress continuo. Implica l’abilità di anticipare o prevedere la reazione dell’altro, agendo di conseguenza.

Tale abilità consiste nel tenere sotto controllo le emozioni, anche in condizioni di stress eccessivo, riuscendo a mantenere la distanza razionale per agire in modo costruttivo. E’ importante riflettere, resistere all’impulso di agire, cercare di canalizzare le emozioni, o nasconderle, rimanendo saldi e correntemente positivi. Grazie all’autocontrollo i mentori possono aiutare il giovane a trovare una soluzione per ogni situazione critica, rasserenandolo e sostenendolo magari solo con la loro presenza e con l’ascolto.

 

AREA 2)

COINVOLGIMENTO:

Rappresenta la centralità, il cuore dell’attività del mentore che opera per la prevenzione del problema della dispersione istruttiva tra i giovani e comprende quelle pratiche ritenute cruciali per suscitare l’interesse del giovane, per stimolare un percorso insieme, mantenendolo vivo nel tempo. Senza tale componente la funzione di mentoring nella rieducazione non può essere avviata.

 

Empatia

È la capacità di comprendere le esigenze e i bisogni altrui, filtrando le emozioni dell’altro e cercando di intrepretare e comprendere i suoi punti di vista, rispettandone i sentimenti e i tempi per metabolizzare le situazioni critiche. È la capacità di saper dosare la comprensione con l’assertività.

 

Consapevolezza del contesto

È la capacità di conoscere il contesto didattico presente e passato in cui vivono e hanno interagito i giovani, compresi i segnali emotivi che lo caratterizzano; come i luoghi di ritrovo per studiare, le biblioteche, le dinamiche relazionali e i modelli di comunicazione (anche non verbali), le loro abitudini rispetto alla rete di amicizie che frequentano o alle organizzazioni che operano sul territorio.

 

Credibilità /integrità

È l’agire in modo coerente con i propri valori e con la propria storia, offrendo un possibile stile di vita o un possibile esempio e diventando un punto di riferimento o semplicemente una persona comprensiva del disagio altrui.

Questa competenza si esplicita nell’agire in modo coerente con i propri valori e con la propria storia, nel “fare ciò che si dice” e, quindi, nell’offrire un possibile esempio o stile di vita per le famiglie e i giovani, diventando modello da imitare.

 

Comunicazione influente

È la capacità di ascoltare in modo aperto e di inviare messaggi non solo per gestire l’attimo, il qui e ora, ma altresì per rendere gli altri consapevoli dei loro comportamenti e per metterli in condizione di prendere le decisioni che loro ritengono positive o prioritarie.

Tale consapevolezza consente di prendere decisioni responsabili e di capire quali siano le decisioni prioritarie. Rispetto a questa competenza i programmi di gruppo svolti in classe o in appositi laboratori hanno fatto emergere notevoli differenze di comportamento, riconducibili ad approcci completamente vari nel rapporto mentore-mentee, a seconda che si tratti di mentoring dei pre-adolescenti o dei giovani in età avanzata, anche se in entrambi i casi si presta molta attenzione a comunicare dosando la fermezza con la sensibilità.

 

Creazione di legami

È la capacità di entrare in relazione con l’altro, non solo per un momento isolato o rispetto a una specifica esigenza, ma coinvolgendo in modo più ampio la sfera personale di entrambi, tanto da creare relazioni profonde, durature e stabili.

Questa competenza implica la capacità del docente di entrare in relazione non solo nel momento del sostegno, ma anche attraverso la condivisione di vissuti ed esperienze che riguardano la sfera privata di entrambi, in modo da creare legami più profondi. Inoltre fa riferimento alla funzione di supporto verso il giovane studente, che spesso oltre a vivere un dramma personale, si ritrova emarginato nel sociale e nelle amicizie. L’analisi dei comportamenti ha evidenziato l’importanza di realizzare e partecipare ad attività sociali, in modo da aiutare i giovani-mentee ad aprirsi agli altri, avviando nuove relazioni o rafforzando quelle già esistenti. Ogni momento di incontro deve essere preparato molto accuratamente per approfondire il più possibile la conoscenza reciproca e far accrescere la fiducia, quindi non si deve agire esclusivamente nel momento in cui si chiede cooperazione, ma in maniera piu’ omogenea possibile.

 

Stimolo e guida allo sviluppo degli altri

È la capacità di porsi come guida, come punto di riferimento e come persona legittimata a parlare e ad agire, guadagnandosi il consenso e la fiducia. È un requisito che permette di suscitare interesse all’interno del gruppo giovanile, al fine di creare le basi per lo sviluppo di un percorso da intraprendere insieme.

Si tratta semplicemente di una funzione di guida, di influenza positiva, per acquisire consenso e fiducia reciproca ed essere, pertanto, legittimati a parlare e ad agire per lo sviluppo di un percorso di maturazione e responsabilizzazione comune.

 

AREA 3)

SUPPORTO e REALIZZAZIONE:

Tali competenze consentono all’azione del docente-mentore di divenire incisiva, adattandosi alle circostanze con iniziativa e affrontando efficacemente i conflitti. Tale ambito comprende anche la competenza dello sviluppo di reti e di collaborazioni umane, che racchiude le capacità del mentore dei giovani di interagire non solo con il ragazzo, ma anche con un quadro più ampio e complesso di connessioni che lo circondano, il cui coinvolgimento e attivazione è fondamentale per rendere utile, concreto e duraturo il percorso di studio-lavoro.

 

Adattabilità

La capacità di adattarsi e di affrontare efficacemente diverse situazioni, con vari adolescenti o gruppi di giovani. Comporta l’uso della flessibilità per comprendere e reagire alle prospettive diverse e opposte con cui si presentano i problemi, adattando il proprio modo di pensare alle mutevoli esigenze di una circostanza interna/esterna della concordanza o dei tempi di reazione dei ragazzi.

Questa competenza indica la capacità del mentore di saper rispondere prontamente e nel modo migliore a situazioni problematiche che possono mettere a rischio la costruzione del rapporto con il mentee. Questa idoneità permette di adattare la propria condotta di un leader e rendere flessibile il proprio ragionamento e le proprie emozioni, in modo da poter reagire con prontezza alle diverse prospettive con cui si presentano i dilemmi.

 

Iniziativa

È la capacità di agire e reagire prontamente, anche al di fuori dei propri e abituali schemi mentali, per rispondere a un problema con creatività a un ostacolo inaspettati o a una richiesta fino ad allora sconosciuta.

 

Gestione dei conflitti

È la capacità di gestire le tensioni che possono sorgere all’interno dei rapporti comprendendo non solo le tensioni esterne, ma anche quelle sorte all’interno della classe e dell’ individuo. Si trasmettono così le modalità di approccio ai conflitti che permettono lo stabilirsi di equilibri positivi tra le parti, nella consapevolezza che una soluzione specifica può valere solo per un singolo caso e non per tutti.

 

Lavoro in rete e collaborazione

È la capacità di sviluppare e utilizzare efficacemente le risorse disponibili sul territorio (istituzionali o meno) e utili per rispondere ai bisogni emergenti del giovane, per avere informazioni, tenersi aggiornati, avere supporti e per migliorare la propria efficacia. È la capacità di lavorare insieme ad altri per raggiungere un obiettivo comune.

 

MARISOL - MENTORING SCHOOL Project "ONE-TO-ONE"

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